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Il Centro antico di Napoli: Virgilio e la Napoli dei Misteri

La Tomba di Virgilio

Al parco Virgiliano vi è un sepolcro di età Augustea, che ha la forma di un Colombario. Qui la tradizione secolare vuole che fosse sepolto Virgilio, vissuto a lungo nel territorio di Napoli, morto a Brindisi il 19 a.c. Pare che morendo il poeta esprimesse il desidero di avere sepoltura presso la sua Villa di Posillipo.

La fama di cui il poeta godette nel Medioevo, contribuì a dare lo spunto ad un ciclo di leggende di origine probabilmente popolare e napoletana, raccolte poi diffuse in tutt’Europa da scrittori e cronisti.

In queste leggende Virgilio, per la reputazione di sapienza di cui godeva, si trasformò a poco a poco in Mago: dapprima solo nel senso di profondo conoscitore dei segreti della natura, capace di piegarne le leggi al servizio dell’uomo, poi proprio in quello di stregone per nulla preoccupato di bonificare l’umanità.

Come Virgilio diventò Mago

Sono diverse le leggende che spiegano come facesse Virgilio ad entrare in possesso delle sue arti magiche.

Per la prima, zappando un giorno nella sua vigna, portò alla luce una bottiglia in cui stavano chiusi dodici diavoli, che in cambio della libertà gli proposero di insegnargli “tutta la magia”: Virgilio accettò, i Diavoli gli insegnarono tutti i segreti dell’arte, ed egli li lasciò liberi.

Secondo un’altra leggenda, Virgilio trovò uno spirito, anch’esso chiuso in una bottiglia, gli indicò un posto dove giaceva un morto che sotto la testa aveva un libro di magia. Come ebbe aperto il libro Virgilio si vide comparire ben 80 diavoli, ai quali, forse non sapendo come altrimenti impiegarli, fece costruire una lunghissima strada.

Una terza leggenda vuole che lo spirito della bottiglia indicasse a Virgilio, in cambio della libertà, il luogo dove si trovava il libro magico di Salomone. Ma quando ebbe fatto uscire lo spirito, il poeta lo vide diventare così grande e così grosso che lo ritenne pericoloso per gli uomini. Dicendogli che lo credeva incapace di rifarsi piccolo e ritornare nel suo minuscolo carcere, dopodiché lo chiuse con il suggello di Salomone e lasciò lo spirito prigioniero là dentro per sempre.

Secondo un’altra leggenda un mago siciliano, Molagigi, insegnò a Virgilio le arti magiche affinché potesse liberarsi dal dominio della terribile moglie che gli procurava ogni sorte di afflizioni. Virgilio abusò dei poteri così ottenuti: fece tanto torturare la donna dai diavoli, che costoro ne ebbero pietà, e quando il Poeta-Mago morì e, dannato, si presentò alle porte dell’Inferno, le trovò sbarrate. I Diavoli non lo volevano, avevano troppa paura della sua prepotenza. Molagigi allora pietosamente raccolse le ossa e l’anima dell’amico ed andò a riporle in una grande isola, in un sepolcro senza coperchio: quando qualcuno si accosta al sepolcro e guardale ossa, il cielo si fa cupo ed il mare si solleva in tempesta, inghiottendo barche e navi.

E per esteso, si attribuivano ai monumenti napoletani proprietà miracolose, perché si ritenne fossero stati costruiti da Virgilio.

 
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